L’Editoriale

Cipmo. 20 anni di impegno quotidiano

di Janiki Cingoli Presidente del Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente

Data pubblicazione: 20 novembre 2009

Venti anni fa,  nel novembre 1989, nasceva a Milano il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, su iniziativa della Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Milano come Enti fondatori, cui si sta aggiungendo in questi giorni anche la Camera di Commercio di Milano. Tra i promotori, vi era inoltre un significativo gruppo di personalità di vario orientamento politico e culturale tra cui l’attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e la Senatrice e Premio Nobel Rita Levi Montalcini, da quel momento nostra Presidente Onoraria.

L’idea fu quella di non creare un Centro di parte, all’interno dello schieramento politico italiano, perché la ricerca della pace in Medio Oriente non è e non deve essere di destra o di sinistra. Il nostro è un Centro al servizio del Sistema paese, come testimonia il riconoscimento quale Ente internazionalistico di interesse nazionale del Ministero degli Esteri Italiano.

Né abbiamo voluto creare una lobby, filoisraeliana o filopalestinese, sia pure aperta al dialogo con l’altra parte. Abbiamo coniato noi il termine “equivicinanza”, che poi è stato ripreso da tanti, intendendo con ciò non una impossibile equidistanza sulla necessità che l’occupazione dovesse avere termine o che l’esistenza o la sicurezza di Israele dovessero essere garantite, ma la esigenza assoluta di partire dalle sofferenze e dalle esigenze profonde dei due popoli, che non possono essere ignorate se si vuole costruire una pace vera. Le diplomazie, come si è purtroppo visto, non bastano.

La nostra Conferenza internazionale di apertura, “Israeliani/Palestinesi. In cammino verso la pace”, vide allora riunite circa settanta personalità israeliane, palestinesi, arabe e internazionali, rompendo consolidati tabù: allora la legge del loro paese impediva ancora agli israeliani di incontrare esponenti dell’OLP. Ricordo ancora la conferenza stampa conclusiva, con Shulamit Aloni e Lova Eliav, membri della Knesset, a fianco di Yasser Abed Rabbo dell’OLP, e chi scrive in mezzo, a fare da chador (come disse Shulamit), permettendo loro di stare allo stesso tavolo.

A quella conferenza erano presenti anche tanti palestinesi dell’interno, guidati dal loro grande leader Feisal El Husseini, purtroppo scomparso nel 2001.

Dopo di quella realizzammo altre due conferenze internazionali, nel ’91 e nel ’93, nelle quali si crearono contatti che furono utili anche ai fini dei negoziati segreti di Oslo.

Dopo quegli accordi, abbiamo preferito organizzare incontri più piccoli e riservati, seminari tra israeliani, palestinesi e arabi, di poche persone, su temi specifici connessi al negoziato finale, come il problema di Gerusalemme.

Fra questi, forse il più significativo fu quello Likud-Fatah, del ’98, il primo al mondo di quel genere, che vide insieme come capi delegazione Meir Sheetrit, che poi è stato Ministro degli Interni israeliano, e Marwan Barghouti, futuro leader della seconda intifada, oggi in carcere. Il seminario fu di grande utilità, perché creò canali tra Arafat e Netanyahu, per arrivare agli accordi di Wyie Plantation e al parziale ritiro israeliano da Hebron. Ma è importante sottolineare che quei contatti sono rimasti: non è casuale che molte delle personalità israeliane che allora presero parte all’incontro, da Meir Sheetrit, a Gideon Ezra, a Zeev Boim, a Reuven Rivlin, abbiano preso posizione per la liberazione di Barghouti.

Altri seminari hanno avuto invece un carattere più sociale, come quelli sui media (sui quali lavoriamo da anni con finanziamenti della UE e di USAID), o tra insegnanti, tra donne, e ancora quelli tra giovani leader (in questi giorni abbiamo organizzato a Roma il sesto), che mettono a confronto giovani che spesso non hanno mai incontrato esponenti dell’altro popolo, infrangendo incomunicabilità e pregiudizi e creando nuovi stimoli a possibili collaborazioni.

Accanto a questo lavoro più riservato, vi sono stati i grandi avvenimenti, come quello con la Regina Rania di Giordania, del 2002 e il grande Convegno sull’Islam in Europa, del 2005, o quello del prossimo dicembre a Torino, sui “Diritti e doveri di cittadinanza dei Giovani Musulmani di seconda generazione”.

E le conferenze pubbliche, culminate nel ciclo “Cattedra del Mediterraneo”, con la collaborazione dei maggiori atenei milanesi, e la presenza di grandi personalità della cultura europea e mediorientale e mediterranea, poi riunite in prestigiose pubblicazioni.

Il CIPMO in tutto questo periodo è infatti venuto gradualmente estendendo la sua iniziativa all’intera area mediterranea, e ha individuato nelle tematiche legate all’Islam, in particolare quello europeo, un filone permanente di interesse.

Infine, vi è l’attività del nostro sito, www.cipmo.org, realizzato grazie al contributo del nostro Ministero degli Esteri e della Fondazione CARIPLO, con le connesse newsletter e CIPMOAnalisi, che raggiungono quotidianamente pubblico largo anche se estremamente selezionato, e che si può dire essere divenuto un perno essenziale della nostra attività.

Concludendo, vorrei dire che quando siamo partiti, venti anni fa, le speranze erano grandi, ed anche le illusioni. Abbiamo imparato quanto la strada per la pace sia disseminata di ostacoli e di nemici, e siamo consapevoli che la situazione oggi si è fatta più complessa. Tutti noi, oramai, sappiamo come è possibile fare la pace, ma proprio per questo quanto essa sia difficile. Anche le speranze suscitate dal Presidente Obama, all’inizio del suo mandato, si sono dovute scontrare con queste difficoltà.

Ma noi siamo testardi, e riteniamo che creare canali di comprensione e di dialogo, contribuire a far nascere anche una sola idea utile per la pace, sia importante, e sia quanto possiamo concretamente fare.  Senza illusioni, realisticamente, crediamo che costruire anche un centimetro verso la pace sia la cosa più importante che un essere umano possa fare.

NOTE SULL'AUTORE 

Janiki Cingoli

Janiki Cingoli si occupa di questioni internazionali dal 1975. Dal 1982 ha iniziato ad occuparsi del conflitto israelo-palestinese, promuovendo le prime occasioni in Italia di dialogo tra israeliani e palestinesi e nel 1989 ha fondato a Milano il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (CIPMO), che da allora ha diretto fino al 2017 quando ne è stato eletto Presidente.

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